I media delle crisi: crescono Internet e la spesa per i dispositivi

Secondo i risultati del 18° Rapporto sulla comunicazione del Censis si continua a trovare piena espressione di sé attraverso i dispositivi personali digitali. Ma considerando l’affidabilità di cui godono i media e la fiducia da parte dell’opinione pubblica, nell’ultimo anno radio televisione e carta stampata staccano di gran lunga web e social network in termini di credibilità. Tuttavia, il 60,1% degli italiani ritiene legittimo il ricorso a qualche forma di censura: per il 29,4% non dovrebbero essere diffuse fake news accertate, per il 15,7% le opinioni intenzionalmente manipolatorie e propagandistiche, per il 15,0% i pareri espressi da persone che non hanno competenze. Al contrario, per il 39,9% la censura non è mai giustificata.

Radio sempre più ibrida, boom della mobile tv

Nel 2022 la televisione la guarda il 95,1% degli italiani, ma la percentuale dell’utenza è il saldo tra la contrazione del numero di telespettatori della tv tradizionale (digitale terrestre -3,9%), la lieve crescita della tv satellitare (+1,4%), il forte rialzo della tv via internet (web tv e smart tv +10,9%) e il boom della mobile tv, passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 al 34,0% di oggi. La radio continua a rivelarsi all’avanguardia all’interno dei processi di ibridazione del sistema dei media. I radioascoltatori sono il 79,9% degli italiani, ma se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale si attesta al 48,0% (-0,8%), l’autoradio sale al 69,0% (+4,6%), l’ascolto via internet col pc è stabile al 20,4%, e via smartphone lo fa il 29,2% (+5,4%).

Nuovi record per Internet, smartphone e social network

Nel 2022 si registra ancora un forte aumento dell’impiego di internet (88,0%, +4,5%, con una perfetta sovrapposizione con quanti utilizzano lo smartphone: 88,0%, +4,7%), e lievitano all’82,4% gli utenti dei social network (+5,8%). Tra i giovani (14-29enni) si registra un ulteriore passo in avanti nell’impiego dei social (93,4% WhatsApp, 83,3% YouTube, 80,9% Instagram), con il forte incremento di TikTok (54,5%), Spotify (51,8%) e Telegram (37,2%), e la flessione di Facebook (51,4%) e Twitter (20,1%). Per i media a stampa, invece, si accentua ulteriormente la crisi, a cominciare dai quotidiani cartacei, letti ormai solo dal 25,4% (-41,6% in quindici anni). Gli italiani che leggono libri cartacei sono invece il 42,7% (-0,9%). Una flessione parzialmente compensata dai lettori di e-book (13,4%, +2,3%).

La spesa premia il digitale

Tra il 2007 e il 2021 la spesa per l’acquisto di telefoni ed equipaggiamento telefonico segna un vero e proprio boom, moltiplicando il valore per quasi sette volte, +572,0% (7,9 miliardi di euro nell’ultimo anno), mentre quella dedicata all’acquisto di computer, audiovisivi e accessori poi è più che raddoppiata (+138,9%). Ma se i servizi di telefonia e di traffico dati si assestano verso il basso per effetto di un radicale riequilibrio tariffario (-20,7%, 14,7 miliardi di euro), la spesa per libri e giornali ha subito un vero e proprio crollo: -37,7% rispetto al 2007.