Consumi: quali sono i falsi miti della Generazione Z?

Irriverenti, incoerenti, fragili ma trascinatori, i nati fra il 1997 e il 2012 influenzano famiglie, aziende e istituzioni. Ma a svelare il ‘profondo fraintendimento’ tra quello che gli 8,9 milioni giovanissimi della Generazione Z ‘sono’ e ciò che pensano di loro adulti e aziende, è l’analisi del think tank Zelo.
Un esempio? Il luogo comune più ripetuto del 2023 è ‘la GenZ è sostenibile e salverà il mondo’. Ma è davvero così?

“Questa generazione – spiegano gli esperti di Zelo – è nata in un mondo già esaurito, consumato e ferito dalle generazioni precedenti, ed è sicuramente pronta a difendere la causa, ma non disposta a scendere in campo con azioni concrete”.

“Vogliono verità senza filtri, se non quelli di TikTok”

I ragazzi della GeneZ, “vogliono occupare lo spazio in modo nuovo, non vogliono pagare i debiti lasciati in eredità dalle generazioni precedenti – continuano gli analisti -. Se i loro genitori e nonni cercavano modelli fissi in cui riconoscersi, i nati dopo il 1997 hanno la decostruzione come presupposto: vogliono verità senza filtri, se non quelli di TikTok”.

Cecilia Nostro, Founder di Zelo, ammette: “Sono rimasta affascinata dalle sfumature della GenZ e da anni, ogni giorno, cerco di decifrarla con passione, pazienza e audacia, per risolvere il fraintendimento che blocca l’ingranaggio generazionale sulla base del quale si erge l’equilibrio della società”.

Solo il 15% è concretamente sostenibile nei propri comportamenti

E così, dopo Black Friday e Cyber Monday, la GenZ sta per affrontare la corsa ai regali natalizi. Ma in termini di sostenibilità, e in uno dei periodi dell’anno a maggior impatto, se da un lato questi ragazzi sembrano essere impegnati nella lotta al cambiamento climatico e ad arginarne le conseguenze, dall’altro Zelo mostra uno scenario diverso.
Solo un timido 15% del campione intervistato dichiara di sentirsi davvero, e concretamente, sostenibile nei propri comportamenti e nelle proprie scelte.

Grandi fan del fast fashion

Un 17% di giovani GenZ, invece, ammette che il proprio impegno a riguardo si ferma nel fare la raccolta differenziata, e il 33% afferma di non sentirsi sostenibile come tutti sembrano pensare.
Il rimanente 35% si ritiene consapevole e informato, ma poi si chiede, “cosa possiamo fare?”.

Insomma, analizzando i comportamenti di acquisto della GenZ emerge come soltanto se colti alla sprovvista, e per non fare brutta figura, i GenZ cercano di adeguarsi all’immagine che genitori, tv e giornali hanno di loro, ovvero, ‘quelli impegnati a salvare il mondo’. Al contrario, riporta Adnkronos, i loro comportamenti quotidiani non sembrano offrire conferme alla tesi, anzi: i grandi fan del fast fashion sono proprio i GenZ.