Qual è l’impatto dei social media sugli adolescenti? Le risposte in uno studio britannico

Non è certo una sorpresa scoprire che i social media oggi permeano la vita dei più giovani, in tantissimi aspetti. Ma con quali effetti? Un nuovo studio condotto dalla University of Cambridge, che ha coinvolto migliaia di adolescenti britannici nati tra il 2000 e il 2002, rivela una realtà preoccupante. Nel Regno Unito i ragazzi subiscono una forte pressione dai social media, tanto che circa la metà dei giovanissimi si ritiene dipendente da essi. I dati, provenienti dallo studio Millennium Cohort e riportati dal Guardian, mettono in evidenza una percezione di dipendenza più accentuata tra le ragazze rispetto ai ragazzi.

Più dipendenti le ragazze dei ragazzi

Il team di ricerca, guidato dalla dottoressa Amy Orben, ha esaminato un campione di 19.000 partecipanti, chiedendo ai giovani di esprimere il proprio rapporto con i social media. Tra le 7.000 persone che hanno risposto, il 48% ha dichiarato di sentirsi d’accordo o molto d’accordo con l’affermazione “penso di essere dipendente dai social media”. Tuttavia, riferisce Ansa, una percentuale significativamente maggiore di ragazze (57%) ha riconosciuto questa dipendenza rispetto ai ragazzi (37%).

Differenze di genere e paura di perdere il controllo

Secondo Georgia Turner, che ha analizzato i dati, la dipendenza percepita dai social media non è da confondere con la dipendenza da sostanze, ma la sensazione di non avere il controllo sul proprio comportamento può essere preoccupante. Turner afferma che è sorprendente vedere così tante persone con questa percezione. La dipendenza dai social media potrebbe non essere paragonabile a quella da droghe, ma evidenzia comunque un disagio psicologico diffuso tra gli adolescenti britannici.

Preoccupazioni su tecnologie digitali e comportamenti compulsivi

Negli ultimi anni, si è sviluppata una crescente preoccupazione riguardo all’uso compulsivo delle tecnologie digitali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto il “disturbo da gioco” nella sua classificazione internazionale delle malattie. Michael Rich, direttore del Digital Wellness Lab presso l’ospedale pediatrico di Boston, afferma che i risultati dello studio riflettono l’esperienza clinica del suo centro, dove una parte significativa dei giovani combatte con l'”uso problematico dei media interattivi” (Pimu), che include social media, giochi, pornografia e una sovraesposizione a brevi video, blog e siti. In conclusione, lo studio solleva importanti interrogativi sull’effetto dei social media sulla salute mentale degli adolescenti britannici e richiama l’attenzione sulla necessità di affrontare in modo responsabile l’impatto delle tecnologie digitali sulla giovane generazione.