Lavoro: donne ancora al bivio tra occupazione e maternità

L’effetto della maternità sulla carriera delle donne è un fenomeno comune a livello europeo, ma con un impatto particolarmente negativo in un Paese come il nostro, all’ultimo posto in Europa per tasso di occupazione femminile e con tassi di fecondità tra i più bassi.

Se si guarda ai dati del 2022, in Italia solo il 51,1% delle donne tra 15 e 64 anni lavora, contro una media Ue27 del 64,9%. E se il numero medio di figli per donna nel nostro Paese è 1,24, a confronto di Francia (1,79), Svezia (1,53) e Olanda (1,49) risulta un valore decisamente inferiore.
Insomma, un vero e proprio gap nel gap. Che allarga ulteriormente il divario occupazionale con gli uomini, e segna una frattura, a volte temporanea, a volte definitiva, nel percorso professionale di molte lavoratrici.

Colpa di fattori sociali, demografici, culturali, normativi

La posizione del nostro Paese non cambia neanche considerando l’occupazione femminile nella fascia di età 25-49, periodo della vita in cui tendenzialmente si entra nel mercato nel lavoro e si costruisce una famiglia, che vede le donne svantaggiate di circa 20 punti percentuali sugli uomini, e 14,6 sulla media Ue.

La forte penalizzazione delle madri nel mercato del lavoro ha alle spalle un concorso di fattori sociali, demografici, culturali, normativi e legislativi che determina un forte sbilanciamento dei carichi di cura sulle donne. Che sono impegnate in media per 4,9 ore al giorno in questo tipo di attività rispetto alle 2 degli uomini. Nel 2023 si trattava di 43,5 giorni in più all’anno in totale.

Invertire la rotta è necessario e urgente

Invertire la rotta, per correggere uno dei principali fattori di insostenibilità del mercato del lavoro e dell’intero sistema Paese, è necessario e urgente.
Una direzione l’ha tracciata lo studio di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding, realizzato in collaborazione con Valore D, ‘Donne, lavoro e sfide demografiche. Modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità’.

Il Rapporto combina l’analisi della letteratura internazionale e offre uno sguardo comparato su sei Paesi europei (Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Svezia) tramite l’opinione di imprese, Pmi, grandi aziende e multinazionali.

“Generare o degenerare? Questo è il problema”

Attraverso un corposo lavoro di analisi che ha visto la collaborazione di alcuni esperti italiani del tema ‘genere’, demografico e occupazionale, lo studio evidenzia una serie di possibili soluzioni capaci concretamente di favorire occupazione, sviluppo professionale delle donne e genitorialità, coinvolgendo, in un’ottica di sistema, istituzioni, imprese, parti sociali, e terzo settore.

Il Convegno dedicato alla presentazione dello studio è moderato da Fabio Insenga, vicedirettore di Adnkronos, e introdotto da Chiara Violini, presidente di Fondazione Gi Group e Barbara Falcomer, direttrice generale di Valore D.
Interviene lo scrittore Alessandro D’Avenia, con una riflessione sul valore della genitorialità in un talk ispirazionale dal titolo ‘Generare o degenerare? Questo è il problema’.