Acquisti: meno prodotti di marca, più Made in Italy

Aumentano gli acquisti di prodotti Made in Italy e a chilometro zero, mentre crollano quelli di prodotti di marca ed etnici. Rispetto a un anno fa gli italiani adottano comportamenti più consapevoli quando vanno a fare la spesa, e attribuiscono più importanza a salubrità e basso impatto ambientale dei prodotti. Da quanto emerge dal report FragilItalia, elaborato da area studi Legacoop e Ipsos, in base ai risultati di un sondaggio sul tema Consumi e transizione green, a segnare gli incrementi percentuali maggiori sono infatti gli acquisti di prodotti Made in Italy (+28%), e a chilometro zero (+18%), seguiti dai prodotti light e integrali (+4%). Il calo più forte riguarda invece gli acquisti di prodotti di marca (-52%), etnici (-26%), biodinamici (-24%) e a base di soia (-23%).

Prezzo troppo elevato e necessità di risparmiare riducono gli acquisti

Nella classifica dei prodotti più acquistati, in terza posizione si collocano i prodotti ecosostenibili, a basso impatto ambientale, acquistati dal 47% del campione, seguiti dai prodotti light e integrali (44%). Il 74% dichiara invece di aver diminuito gli acquisti di prodotti di marca, il 51% di prodotti biologici, il 49% i prodotti equosolidali, il 45% quelli ecosostenibili. Ma quali sono i motivi che spingono a ridurre gli acquisti? Il prezzo troppo elevato viene indicato per la riduzione di acquisti dei prodotti biologici (50%), di marca (49%), ecosostenibili (48%), biodinamici (47%), a chilometro zero (46%), equo-solidali (44%), e Made in Italy (41%). La necessità di risparmiare spinge invece a ridurre gli acquisti di prodotti Made in Italy (47%), etnici (43%), equosolidali (42%), di marca e vegani (41%), e a chilometro zero (39%).

Più attenzione a salute, riciclo e filiera

Il 58% degli intervistati dichiara che aumenterà l’attenzione per i prodotti con confezioni riciclabili, seguiti da quelli con le indicazioni per salubrità, naturalezza e componenti, dal prezzo calmierato, ed ecologici (56%). Il 52% poi aumenterà l’attenzione alla filiera, preferendo prodotti locali ed ‘etici’, rispettosi dei diritti dei lavoratori, e il 47% preferirà acquistare direttamente dai produttori. Si tratta di orientamenti che presentano un saldo tra aumento e diminuzione degli acquisti, misurato in 54 punti percentuali per l’attenzione alle confezioni riciclabili, 52% a prezzi calmierati e salubrità/naturalezza, 50% all’ecologia dei prodotti, 47% alle filiere locali, 46% all’eticità, e 43% all’acquisto diretto dai produttori.

Driver di scelta e comportamenti di spesa

I driver più significativi per le scelte di acquisto del prossimo futuro sono sostanzialmente coerenti con i comportamenti di spesa consapevoli che si stanno affermando riporta Askanews. L’88% degli intervistati dichiara di utilizzare sacchetti in tessuto o biodegradabili, l’85% di confrontare il prezzo al chilo o al litro dei prodotti, l’83% di stilare la lista della spesa per evitare di acquistare prodotti che non servono, l’80% di acquistare prodotti con confezioni di carta/cartone, il 74% di acquistare, quando possibile, prodotti sfusi, il 73% di acquistare ricariche dei prodotti per la cura della casa per ridurre lo spreco di plastica, il 71% di acquistare prodotti ecosostenibili.